La cecagna di primavera

Dal dizionario di romanesco: " Cecagna: sonnolenza. Pesantezza agli occhi e forte desiderio di dormire", una spiegazione più esaustiva del fenomeno la trovate anche su Nonciclopedia.
Questa premessa solo per spiegarVi che, contrariamente alla mia dolce metà che in inverno cade in letargo e con i primi caldi si risveglia, diventando iperattivo (fà lavatrici e stende a qualsiasi ora del giorno e della notte, ha sempre cose da fare in box e si annoia a stare fermo per più di cinque minuti!!!), io col caldo mi liquefaccio (non sono sicura della correttezza del termine, ma rende l'idea) e svengo. Da un momento all'altro.
Il momento topico dell'attacco di cecagna è il dopo pranzo nei fine settimana: inizio la mia sigaretta con un leggero torpore che pervade tutto il corpo, a metà i miei occhi stanno già pesando le mele e le gambe sono diventate di piobo, faccio l'ultimo tiro e con uno sforzo sovrumano mi alzo, saluto con la manina il mio fidanzato, senza avere la forza proferire verbo, mi dirigo stancamente verso la camera da letto, dove dormo in compagnia dei bercy-gatti per almeno un'oretta o due.
Non ho mai capito il perchè. Anche se adoro la primavera il caldo mi spegne. Non considero neanche l'estate, perchè lì la mia sonnolenza si trasforma in narcolessia: se chiedeste ad Elisa, potrebbe raccontarvi di quando, durante la nostra vacanza in Normandia e Bretagna, io puntualmente tutti i giorni per due settimane, intorno alle 13.30 - 14.00, cioè dopo pranzo (se si può definire pranzo un panino, ma questa è un'altra storia), mi addormentassi sul sedile del passeggero dell'auto con l'atlante stradale perfettamente in equilibrio sulle cosce, costringendo la mia amica a manovre da contorsionista per riuscire a guidare e guardare la cartina contemporaneamente.
 Quindi mentre la natura tutta si risveglia e la gente ha più voglia di uscire e stare in compagnia, io tiro fuori il mio trapuntino (quello da mezza stagione), vi dò la buona notte e l'appuntamento al prossimo autunno.
Zzzzzzzzzzzzzz